Vetro di Sicurezza

Il vetro, eccellente materiale per qualità uniche, è spesso associato ad un materiale pericoloso sia in quanto si rompe senza dare segnali di preavviso (snervatura) sia in quanto una volta rotto diventa molto pericoloso. Questo genera spesso timori nei progettisti, che si confrontano con la sua fragilità.

Tuttavia questo pregiudizio risulta del tutto infondato quando vengono analizzate le applicazioni e si entra nel merito dei vetri di sicurezza.
Vetri trasformati ed assemblati che conferiscono al materiale eccellenti prestazioni meccaniche in modo tale da poter garantire il soddisfacimento di tutti i requisiti richiesti dalle normative di sicurezza attualmente vigenti nel settore dell’edilizia. Le modalità di “rottura controllata” sono contenute nella norma UNI EN 12600 che classifica con un codice in base alla tipologia di frammentazione i vetri di sicurezza.
Quindi tutti i vetri di sicurezza hanno un codice composto da tre cifre, nell’ordine:

  • • un numero da 1 a 3 dove 1 è il massimo. Il numero indica la rottura sicura
  • • una lettera B (stratificato) o C (temprato)
  • • un numero da 1 a 3 dove 1 è il massimo. Il numero indica la rottura integra

Troveremo ad esempio vetri classificati come 2B2 o 1C1.
Questi codici sono richiamati poi dalla UNI 7697, una norma che indica per tutte la applicazioni il corretto codice da utilizzare. Sapremo così se una vetrina necessita di vetro 1B1.

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